Il giorno 11 settembre 2015 alle ore 21,30 si è riunita la Giuria per la scelta del drappo per il PALIO 2015 della XLVIII Edizione della Sagra delle Castagne, presieduta da Alvaro Ricci e composta da:
- Troli Alessandro (assessore comunale)
- Tempesta Antonio (presidente Ente Sagra delle Castagne)
- Bassanelli Fausto(presidente della Pro-Loco)
- Sanna Laura (delegata dell’associazione COST)
- Mantovani Damaso (Presidente della contrada Papacqua)
- Mandato Elena (delegata del Rione Rocca)
- Gasponi Riccardo (delegato del Rione San Giorgio)
- Nicolamme Piero (Presidente del Rione Trinità)
- Sanna Riccardo (pittore)
- Muti Alvaro (pittore)
- Vittori Francesco (pittore)
- Mascellini Angelo (fotografo)
La giuria ha decretato vincitore dopo votazione segreta l’opera n.3 di Mario Annesi intitolata ” La forza della natura”.
Queso Palio, dal titolo “Forza della Natura”, realizzato dal prof. Mario Annesi per la 48° edizione del “Palio di Soriano nel Cimino”, rappresenta un’allegoria di un paese fortemente legato alla sua storia e alle sue tradizioni.
Al centro Palio, immerso nei castagneti, appare un grande albero, forse una quercia, dall’aspetto robusto e secolare con solide radici: una metafora evidente che vuole mettere in risalto il legame forte che questo paese ha con la sue tradizioni ben radicate sul territorio. Eppure le radici di questo albero non appaiono statiche, ma si muovono quasi come se fossero le zampe di un cavallo elegante, maestoso e possente che ha saputo trainare nel tempo la sua identità, valorizzandola al massimo.
La scelta del cavallo come simbolo di una cittadinanza induce a immaginare che l’autore volesse attribuire un lignaggio quasi nobile alla gente di questa cittadina. Il cavallo, da sempre è considerato un simbolo di grazia, bellezza, nobiltà, forza e libertà; qualità che il pittore ha voluto mettere in risalto e correlare alla cittadinanza sorianese. Infatti, al centro del Palio, emerge una figura umana saldamente legata al solido tronco; trattasi forse di un arciere raffigurato nudo come se nascesse in quel momento dalla linfa stessa dell’albero? Questa presenza è senza volto, volutamente? Forse perché potrebbe essere “uno, nessuno e centomila” ? Un volto indefinito in fondo può assumere i tratti di un qualsiasi cittadino che abbia un legame con la sua storia o che sia attaccato alle sue tradizioni e chiunque, tra i cittadini di questo borgo, può identificarsi in lui. La presenza in questione, guarda verso ovest, quasi come se stesse attendendo il calar del sole e tende un arco, apparentemente pronto a scoccare una freccia, come a simbolizzare l’imminenza dell’ora di destarsi dal torpore e reagire al richiamo della lotta, ormai prossima; una lotta sem.a tempo, senza spazio, in fondo, senza né vinti e né vincitori ma piena di orgoglio; un sentimento d’appartenenza diffuso per un abitante di un rione legato al suo paese come un ramo alla sua quercia. Tra le fronde poi, sventolano degli stendardi, raffiguranti i vari rioni del paese, che pure diviso “in singolar tenzone” appare unito nella convinzione di voler preservare e tramandare le proprie tradizioni. L’aspetto che colpisce è la totale armonia delle forme: ogni singolo particolare pittorico di questo Palio, simbolicamente e armonicamente appare integrato agli altri e mai si discosta dal filo conduttore stesso di tutto il dipinto, che come sempre per Mario Annesi è Soriano nel Cimino, le sue tradizioni, la sua storia e la sua gente. Tutta la simbologia di questo quadro, l’albero le radici, i cavalieri a dorso nudo, il cavallo hanno un forte richiamo “mitologico”, di sapore nordico ma perfettamente adattato al contesto antropologico e culturale di questa comunità, immersa nel verde cuore, ricco di storia, cultura e tradizioni dei Monti Cimini.
L’impatto visivo è “forte, incisivo e dinamico”, tipico della rappresentazione iconica dell’era digitale. Scendendo, all’improvviso il palio prende vita, si trasfigura, cambia forma e un altro volto senza tratti, monta il bellissimo cavallo bianco che si era materializzato all’improvviso quasi per magia dalla corteccia dell’albero stesso. Appare dunque un cavaliere che indossa un elmo ma non un armatura, per un combattimento non reale ma simbolico e tuttavia importante; con la mano destra impugna l’alabarda e incita il cavallo a partire per dare il via al 48° palio che attende di avere il suo nobile vincitore a cui affidare anche quest’anno il vessillo del coraggio di mettersi in gioco e della fierezza di essere abitante di un rione e nel contempo cittadino di Soriano nel Cimino: un paese che ama, rispetta e si impegna per preservare la sua identità nel tempo.